Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce
L'urlo travolse il sole
l'aria divenne stretta
cristalli di parole
l'ultima bestemmia detta
Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora
Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono
recitando l'antico credo
di chi muore senza perdono
Chi derise la nostra sconfitta
e l'estrema vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo
Chi la terra ci sparse sull'ossa
e riprese tranquillo il cammino
giunga anch'egli stravolto alla fossa
con la nebbia del primo mattino
La donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo e una scoria
Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso
11 anni fa


1 commento:
Ciao cara, grazie per avermi dato la possibilità di leggerti un pochino dentro. I tuoi pensieri che hai messo qui mi hanno fatto riflettere molto e forse le mie paure e i miei problemi in confronto ai tuoi sono minuscoli e insignificanti o forse semplicemente diversi. Ti abbraccio anch'io forte e non preoccuparti, questo rimarrà un nostro piccolo segreto...a presto...un bacio...
Posta un commento