domenica 16 novembre 2008

Conati di vita

Chiedo scusa, chiedo scusa a tutti quelli che mi sanno fuori dalla mia follia.
Oggi ho ricominciato a contare le kilocalorie e poi uscire dal bagno con le gambe tremanti, dove l'unica cosa che riesco a espellere,ferma sul lavandino sono lacrime.
Il mio corpo ormai é allenato a trattenere tutto, e non bastano due dita in gola.
La gatta sente ogni mio dolore e cerca con fusa e carezze di farmi tornare il sorriso. É strano come una piccola creatura come lei riesca a risollevarmi, mentre attorno non ho che incomprensione.
Siamo umani, troppo umani, per cogliere la sofferenza negli occhi.
Rieccomi a lottare contro me stessa, a dirmi che non posso buttare mesi e mesi di psicoterapia.
Vorrei qualcuno sempre con me, un infantile e inconfessabile desiderio di compagnia.
Vorrei qualcuno che mi imboccasse. Perché mangiare da soli per chi come me ha adorato Ana, é duro, durissimo.
Divoro Briciole.Le sue parole sono un elisir, un veleno, un ricordo.
Provo rabbia nel non essere l'Unica, ma anche conforto nel sentir svuotare un vaso cosí simile al mio.
Vorrei chiedere a mia madre di stare con me, ma come posso ordinarle di vivermi accanto e crearle solo sofferenza?
Sono indecisa, forse é meglio parlare con la psichiatra e decidere con lei.

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